L’HOME RESTAURANT è una innovativa forma di ristorante… a casa tua!
In pratica puoi trasformare la tua casa in un ristorante occasionalmente (o con frequenza) aperto ad amici, conoscenti e …..sconosciuti!
Una recente risoluzione del Ministero dello Sviluppo economico, riprendendo una precedente nota ministeriale, ha assimilato il ristorante casalingo ad un’attività vera e propria.
Se siete interessati ad aprire questo tipo di attività dovrete innanzitutto:
– avere i requisiti di onorabilità e professionalità previsti dall’art 71 del D.Lgs 59/2010.
– presentare la Segnalazione Certificata di Inizio di Attività (Scia) al Comune di residenza o a richiedere l’autorizzazione prevista, nel caso si tratti di attività svolte in zone tutelate.
Inoltre è necessario inquadrare la suddetta attività in termini di “tempo”, vale a dire definire se viene svolta in maniera abituale od occasionale; questo è importante sia perché in caso di controlli potrebbe essere contestata la mancata fatturazione dell’operazione e l’esercizio non regolare di una attività economica, sia perché variano gli adempimenti.
Attività abituale di Home Restaurant
qualora l’attività di cucina a domicilio venga effettuata con frequenza settimanale, mensile, o comunque non saltuaria, è necessario, ai fini fiscali, richiedere l’apertura della partita Iva e rilasciare regolare fattura ai clienti, presentare la Scia al Comune di appartenenza, ed iscriversi alla gestione separata Inps, per il versamento dei contributi previdenziali dovuti.
Attività occasionale di Home Restaurant
nel caso in cui l’attività venga esercitata occasionalmente, quindi non si superino i 5.000 euro lordi annui, non esiste l’obbligo di aprire la partita Iva e di presentare la Scia al Comune.
Siete tenuti a rilasciare ai clienti delle ricevute per prestazione di lavoro autonomo occasionale. Sulla ricevuta, qualora la prestazione sia di importo superiore ad euro 77,47, dovrà essere necessariamente apposta una marca da bollo da 2 euro. Tale documento sarà l’unico fiscalmente valido da conservare per dichiarare le somme percepite nella dichiarazione dei redditi.
Infine un ultimo aspetto da non sottovalutare è quello sanitario. Infatti, è consigliabile anche per gli aspiranti cuochi casalinghi frequentare almeno un corso di formazione in fatto di preparazione e somministrazione di alimenti e bevande, anche se l’ambiente privato domestico è escluso dal campo di applicazione del regolamento n. 852/2004/C.